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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA

Il reattore
triga mark ii

LABORATORIO ENERGIA NUCLEARE APPLICATA

TRIGA® (Training, Research, Isotopes production, General Atomics)

MEZZO SECOLO DI VITA DEL REATTORE TRIGA MARK II E DI ATTIVITÀ SCIENTIFICA E DIDATTICA DEL LABORATORIO ENERGIA NUCLEARE APPLICATA (LENA) DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA
D.Alloni, M.Prata, G.Magrotti, A.Salvini

La nascita del Laboratorio Energia Nucleare applicata (LENA)

Sul finire degli anni ’50 l’Università degli Studi di Pavia poteva contare su un gruppo di ricerca di radiochimica fra i più preparati e all’avanguardia nel panorama nazionale e internazionale.
Questo gruppo, guidato dal prof. Mario Rollier, installò presso l’Area di Radiochimica del Dipartimento di Chimica Generale, un complesso nucleare sottocritico (SM1), corredato da una serie di celle calde di manipolazione di radioisotopi alfaemettitori di bassa e media attività.
Con questa strumentazione condussero ricerche di interesse internazionale, ma ben presto ci si rese conto che i flussi del campo neutronico di SM1 erano troppo bassi (104 – 105 n/cm2 s) per consentire l’ulteriore passo in avanti delle attività di ricerca. Nacque allora l’esigenza e l’idea di dotare l’Ateneo Pavese di una macchina capace di flussi neutronici più elevati, di interesse nel settore non solo della radiochimica, ma anche della fisica nucleare,
produzione di radioisotopi e test dei materiali.
Nel dicembre del 1962, l’allora Rettore prof. Luigi de Caro, firmò il contratto di acquisto di un reattore di ricerca TRIGA Mark II della potenza nominale in regime stazionario di 250 kW con la ditta fornitrice General Atomic di San Diego, California.
In seguito alla stipulazione del contratto di acquisto, il Rettore propose la creazione del Laboratorio Energia Nucleare Applicata.
L’istituzione del LENA fu resa possibile dalla stretta collaborazione dei professori delle Facoltà di Scienze, dal quale dipenderà sotto il profilo scientifico, pur mantenendo il carattere indipendente di Centro Servizi.
Il laboratorio sorse sui terreni limitrofi ai Dipartimenti di Fisica, Chimica e Chimica-Fisica, i principali interessati all’impiego del reattore.
Un sistema di posta pneumatica sotterranea collegava i laboratori di radiochimica del LENA con le celle calde di manipolazione dell’Area di Radiochimica SM1, un cordone ombelicale che sottolineò da subito la stretta sinergia fra il centro e i dipartimenti.
Fin dalla sua nascita, caratteristica peculiare del LENA fu quella di gestire le apparecchiature che ne costituivano la dotazione, in particolar modo il reattore di ricerca TRIGA, organizzando il funzionamento in modo che esso potesse costituire uno strumento di ricerche, di studio e di applicazione a richiesta degli istituti dell’Ateneo Pavese, ma anche di altri enti di ricerca pubblici e privati.
Nel luglio del 1963 venne completato il primo rapporto, contenente un’attenta analisi dei fattori ambientali del luogo in cui sarebbe stato poi installato il reattore, che venne inviato all’ente di controllo CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare). Nell’ottobre 1963 la General Atomic propose che il TRIGA di Pavia potesse essere utilizzato anche in modo pulsato.
Il sovrapprezzo necessario per avere questa modalità di funzionamento fu ottenuto dal CAMEN (Centro Applicazioni Militari dell’Energia Nucleare), un istituto dipendente dal Ministero della Difesa, interessato all’utilizzo del reattore in questa modalità di funzionamento.
Nello stesso mese venne redatto il programma dettagliato delle prove nucleari, approvato successivamente da CNEN.
Nel novembre del 1963 iniziarono i lavori per la costruzione dell’edificio  e nei primi mesi del 1964 la stesura del Rapporto Finale di Sicurezza, contenente una descrizione dettagliata degli impianti ausiliari ed una analisi dei rischi derivanti dall’esercizio del rettore.
Nella sua forma finale il rapporto fu inviato a CNEN nel luglio 1964.
Nel novembre 1964 iniziarono i lavori per la costruzione dello schermo biologico e il montaggio delle parti meccaniche. Nei giorni 20 e 28 ottobre 1965 arrivò a Pavia, in due carichi separati, il combustibile nucleare.
Nei primi giorni di novembre il CNEN autorizzò a caricare il combustibile nucleare nel nocciolo.
Il caricamento del combustibile iniziò la mattina di lunedì 15 novembre 1965 e la prima criticità venne raggiunta alle ore 19:32, alla potenza di 0.75 W
Solo alcuni giorni dopo, il 20 novembre 1965 il reattore raggiunse la massima potenza di 250 kW in regime stazionario.
A Pavia si era appena accesa la fiaccola della luce Cherenkov che a tutt’oggi, a distanza di quasi 50 anni, illumina il nocciolo del TRIGA ad ogni criticità superiore ai 100 kW, e, nel suo piccolo il nucleare italiano.  [ Leggi tutto…. ]

luce di cherenkov

Prof. Mario Rollier

Sezione del nocciolo TRIGA Mark II

Sono visibili gli elementi di combustibile, il riflettore, il portacampioni rotante e la grafite della colonna termica e uno dei canali orizzontali.

Prima criticità

Pagina del Registro di Operazione del reattore del
15 novembre 1965.

Idruro di Zirconio

Struttura reticolare dell’Idruro di Zirconio (ZrHx) componente fondamentale del combustibile nucleare che garantisce la sicurezza intrinseca del reattore.

triga mark ii

Dati operativi

Il reattore ha operato alla massima potenza di 250 kW per un totale di circa 35.000 ore nel periodo dal 1965 a oggi (con un totale di 686 impulsi a 250 MW effettuati fino a metà degli anni 80) ed il consumo calcolato di 235U è stato nei 49 anni di esercizio pari a circa 370 grammi.
Sono stati eseguiti complessivamente più di 12000 irraggiamenti.
In Tabella 2 sono riportati, a titolo di esempio, i principali dati operativi del TRIGA di Pavia negliultimi tre anni (2011-2013).
E’ importante sottolineare che il minor numero di giorni di operazione del reattore in alcuni anni è dovuto a manutenzioni programmate o particolari operazioni legate alla costruzione di facility sperimentali che richiedono che il reattore resti in condizioni di arresto per giorni o addirittura alcune settimane.
Al contrario, anni con un maggior numero di ore operative coincidono con l’inizio di nuovi esperimenti che richiedono ad esempio lunghi periodi di irraggiamento oppure misure di campi
neutronici. A quasi 50 anni dalla prima criticità, tali dati rappresentano un eccellente risultato in termini di utilizzo se rapportato ad impianti simili installati a livello internazionale (fonte IAEA RR database, [ fonte IAEA RR ] 

Tank

Installazione del tank in alluminio del reattore che ospiterà il nocciolo.

Caratteristiche

Caratteristiche del reattore TRIGA di Pavia.

facilitiy irraggiamento

Il reattore del LENA, è attualmente l’apparecchiatura di irraggiamento più importante e la più utilizzata per lo svolgimento delle attività di ricerca e di servizio; tuttavia il Centro dispone anche di altre sorgenti di radiazioni ed apparecchiature, tra le quali: un generatore RX industriale Gilardoni® da 350 kV/6 mA e 250 kV/12 mA, una sorgente di Cobalto-60 da 180Gy/h (attività 5.6 x 1012 Bq in data 31 dicembre 2013) e un ciclotrone da 18 MeV-80 μA di protoni per la produzione di radioisotopi per uso medicale.

Implementazione di un sistema di gestione integrato

Al fine di migliorare continuamente la sicurezza del reattore e la qualità della gestione dei processi e dei servizi erogati, il LENA ha deciso di implementare un sistema di gestione integrato in conformità sia con lo standard di sicurezza IAEA GS-R-3 (Safety Standard – The management system for facilities and activities, 2006) che con il sistema ISO 9001 (certificato dal 2010), per la fornitura di servizi di irraggiamento e di misure nucleari. L’implementazione del sistema di gestione integrato è stata inoltre scelta, come caso di studio, dalla IAEA, e presentata nel documento IAEA SAFETY REPORTS SERIES No. 75 “Implementation of a management system for operating organizations of research reactors”, 2013.

Analisi per Attivazione Neutronica (NAA)

Sin dalla sua nascita, il LENA esegue Analisi per Attivazione Neutronica (NAA) [7]. Le analisi vengono eseguite con il metodo NAA, che permette il raggiungimento di una elevata sensibilità strumentale relativa con tempo di irraggiamento rapido. La tecnica è utilizzata come strumento in vari settori di ricerca e sviluppo, per esempio come prova e la caratterizzazione dei materiali [8], lo studio dei processi industriali nel settore siderurgico [9] e altri settori. Presso il LENA, la tecnica NAA ha trovato anche applicazioni in scienza forense (analisi dei guanti di paraffina), in campo alimentare (analisi del Grana Padano e del Brunello di Montalcino) e storico, quale la ricerca di tracce di veleno nei capelli di Napoleone.

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